domenica 21 settembre 2014
Memorie di una presidente sgarrupata... ergo: The Demonchis Way
A volte mi dico che vorrei davvero mollare tutto. A volte mi guardo intorno e non vedo quello che vorrei e mi deprimo un po', lo ammetto. A volte mi dico che non saremo mai come in Inghilterra o in uno di quei paesi dove Scrabble si gioca per davvero (come minimo una volta alla settimana nei club oppure nei pub o nei parchi o a scuola) e dove Scrabble è proprio parte della vita quotidiana delle famiglie, come una volta lo era il Carosello per le famiglie italiane. Poi, invece, puntualmente, Dio (o chi per lui) ci mette la mano e mi fa ricredere. Sono presidente del Milano Scrabble Club, oramai, da molti anni. Diciamo che lo sono più per "inerzia dei fatti" che per regolare acclamazione. Diciamo che nessun altro si voleva prendere 'sta rottura di balle e io, ovviamente, vedendola come una sfida, mi sono fatta cappotto, sciarpa e cappello, di questo ruolo. Ci vediamo una volta al mese, ogni terzo sabato del mese in un posto che è all'opposto di casa mia e che mi ci vuole un'ora per raggiungerlo. Tra una cosa e l'altra, alla fine, siamo circa una decina di soci fissi più qualche altra anima (fino ad arrivare a 20) che va e viene, durante l'anno. Non obbligo nessuno a venire. Non chiamo o mando sms per ricordargli che l'appuntamento è vicino ma, loro, comunque vengono se solo glielo faccio gentilmente presente ;-) . Devo dire che, comunque, tutti rispondono all'appello, quando c'è il torneo nazionale, ogni sacrosanto novembre, e io sono molto orgogliosa di questo. E' nel momento del bisogno che si nota il club unito. E' il mio club e sono i miei soci, dunque, roba buona... Ieri abbiamo raccolto le quote annuali. Abbiamo deciso di comprare nuovo dizionario e orologi per essere indipendenti da FIGS e abbiamo mangiato e bevuto. Pensavo sarebbe stata 'na giornata da Scrabble normale come le altre e, invece, ho avuto la dimostrazione che i miei sforzi danno risultati e le mie paranoie possono andare a farsi friggere, comodamente. Perché? Perché succede sempre la stessa cosa: anche se non si vedono per due mesi, è come se si fossero visti solo ieri e, per di più, sono pure capaci di creare nuove tecniche di gioco mettendo semplicemente in discussione le solite regole e quello che potrebbe sembrare un piatto e noioso gioco da tavolo, tutto d'un tratto, diventa una sfida divertente e un condividere momenti memorabili, davvero. Si rimane in 6 perché Fabrizio, Claudia e Marina dovevano andare via, dopo il pranzo condiviso (pure là, ogni volta, mangiamo come dei veri gourmet e ci gloriamo di buon vino a tutta canna...). Rimaniamo in 6, dicevo e, allora, io dico: facciamo una partita a 6 su una plancia sola? Vittorio (l'ingegnere che poi mi avrebbe tradito platealmente lasciando un x9 a Margherita... infami alleanze si creano, a volte!) accoglie e, con lui, pure gli altri che, però, iniziano a fare congetture sul come si può giocare così, quanto tempo ci vuole, quante mani... Li lascio parlare e vado in bagno. Al ritorno mi ritrovo che Ghilotti ha proposto un metodo di gioco che gli altri hanno accolto e mi propongono. E chi sono io per dire di no? In breve: si gioca su tre plance e, a ogni mossa, si cambia posto. Le regole ce le siamo inventate mentre giocavamo. Ti dirò la verità: è stato di un facile incredibile e non ho ma riso così tanto giocando a Scrabble. Più saltavamo di sedia in sedia, più il gioco si faceva interessante. Più giocavamo, più si creavano alleanze dannosissime (da che stavo vincendo - e pure bene! - tra Diego che favorisce Daniela e Vittorio che fa i suoi calcoli ingegneristici, arrivo terza dopo Margherita e Diego. Daniela, contestatrice nata, va a controllare perfino ABNEGARE! Anna subiva le mie giocate perché veniva subito dopo di me e mai le ho lasciato un gioco aperto. Poverina, che cattiva che son stata... Io che mi lamento sempre che sono infami quelli che non aprono il gioco...! Che ti devo dire? Risate a non finire. Recriminazioni pure, certo, ma sempre allegre e gioviali. Li guardo, sai? Loro non se ne sono accorti, ma li ho guardati, mentre giocavano e sono stata molto orgogliosa di loro. Orgogliosa del fatto che, nonostante tutto, nonostante tutti i problemi del mondo che si possano avere (e ognuno di noi ne ha sempre così tanti...) siamo ancora riusciti a divertirci. E, a onor del vero, penso che il mio fantastico, supermegagalattico, meraviglioso club continuerà a divertirsi, nonostante gli andirivieni, appuntamento dopo appuntamento, perché la mia gente è davvero grande, grande, grande..! A proposito... magari il torneo nazionale lo facciamo con questa formula, và... ;-)
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