domenica 15 settembre 2013

L'amore è come un bimbo...

Piango, piango e piango. Ti è mai successo di conoscere qualcuno per caso, frequentarlo da lontano (senza mai incontrarvi) e capire che, probabilmente, in un'altra vita, lui è stato un tuo mentore o, meglio, un padre o un maestro dalle doti speciali che tu già hai conosciuto e, ora, ritrovato con immensa gioia? Così è successo con lui. Cesare Ciasullo era un partecipante silente ai problemi di Scrabble che, per caso, diventò mio amico quando, su Facebook, chiesi ai miei contatti di dedicarmi una canzone per identificarmi con l'immagine che avevano di me. Lui mi dedicò "A muso duro" di Bertoli. Iniziò, con quella canzone, la nostra amicizia. Io gli dedicai Don Chisciotte di Gino Paoli e, così, scoprii un uomo che adorava Gino Paoli e che non pensava qualcuno potesse mai conoscere quella canzone. Fu così, che mi chiese di fare un video della canzone che lui preferiva e di postarlo su YouTube perché nessuno l'aveva mai fatto. Disegnai, per notti intere, quel video. Nacque una stupenda amicizia. Cesare... Un uomo mite, delicato, onesto ma, allo stesso tempo, incazzevole e arguto, che raccoglieva nella sua anima, almeno per me, quanto di più umile ci possa mai essere in una persona pur avendo, magari, ragioni a iosa per fare mostra della sua sapienza e saggezza (cosa che non faceva mai). Sì, saggezza... Rideva, quando gli dicevo che, per me, era il grande saggio. Diceva che lui tutto poteva essere, ma mai saggio. Eppure, i più saggi consigli di vita, me li ha dati lui. Quando soffrivo per amore, quando ero stanca, quando volevo solo scherzare o parlare di politica, lui era là. Giocatore di Scrabble atipico, mai ha partecipato a un torneo da quando è nata FIGS, ma tutti lo conoscevano. Il mio più grande rimpianto è stato di non averlo mai incontrato dal vivo. Quante volte ci siamo ripromessi, con sua moglie, di trovarci in Irpinia a bere un buon bicchiere di vino. Mai più, purtroppo, si potrà fare... Il mio cuore piange, la mia anima piange, i miei occhi non tengono più le lacrime. Mi manchi, Cesare. Mi manchi... Cesare amava i giochi di parole. Amava Chiara, sua dolcissima e preziosissima moglie, e i suoi figli (che lui diceva essere più "genitoriali" di lui) in maniera viscerale. Ringraziava Dio per avergli dato la gioia di aver amato e di essere stato amato da tante persone. Nutriva il raro desiderio di avere accanto a sè tutte le persone che lo avevano e aveva amato nella vita. Aveva amato quanto più poteva e come meglio poteva. Sì, spesso diceva di essere stato davvero fortunato con l'amore di tutti i generi. Quanto mi mancherai, Cesare, tu non lo sai. Quanto ti penserò, tu non lo sai, quando avrò un problema e non saprò con chi filosofeggiare (si dice così?)... come farò, Cesare, come farò? E piango ancora... La malattia ti ha portato via da noi, sì, ma... Quel male maledetto che ha portato via il tuo corpo, mai e poi mai ti porterà via dal mio cuore e dalla mia anima, Cesare. Ho solo un grande rimpianto, non ti ti ho mai detto che ti volevo bene... Spero tu possa leggere questo post, ovunque tu sia, nella speranza di potertelo dire, quando ci ritroveremo, di là. Nel frattempo, ti ricorderò, così, come il video che mi chiedesti: http://www.youtube.com/watch?v=vZIoFptu7B8

Rusinè...

10 commenti:

  1. si vorrebbe sempre dire qualcosa che lenisca un pò il dispiacere quando ci sono perdite così significative, ma non credo che si possa davvero. quelli di noi che non lo conoscevano affatto riescono a coglierne le qualità grazie a questo tuo post, Rosa, in cui è così visibile il tuo dispiacere al punto da diventare un pò anche il nostro.
    ivania

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  2. Ciao Cesare, adesso ho la fortuna di cominciare a conoscerti un pò anch'io...
    Gianluca

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  3. In questo momento di grandissima tristezza riesco a sentirmi felice o , quanto meno, fortunato: perché, rispetto a chi lo aveva conosciuto soltanto di fama o avvalendosi dei moderni mezzi di comunicazione, io invece Cesare Ciasullo lo avevo conosciuto da vicino nella sua mirabile attività di enigmista; già, l'enigmistica che - mi perdonino gli amici scrabblisti tutti - non è un semplice gioco rilassante o talvolta anche snervante, ma è pura arte; una pura arte che, nelle mani prodigiose di Cesare, si era fatta elevatissima e purissima. Grande autore di giochi poetici, dal tratto essenziale ma comunque finissimo, era un maestro anche nel settore rebussistico ed in quello anagrammatico, nonché nella trovata di combinazioni di parole, alla base dei suoi splendidi giochi, che risultavano bellissime già a leggersi e che poi, incastonate all'interno del gioco stesso, risplendevano di una luce quanto mai brillante. Insomma, un autentico genio poliedrico dell'arte di Edipo. Nel rapporto, sia personale sia professionale, 'ad personam', poi, risultava, se possibile, ancora più degno di elogio: tale era la sua bontà d'animo e la sua carica di umanità che trasparivano ad ogni contatto. Mi limito a ricordare che, in occasione di una manche del Play Off (concorso nazionale di creazione di rebus su vignetta predefinita) del 1997-98, allorché lo ebbi come mio avversario, si scusò quasi con me per avere Egli elaborato un rebus con il quale mi eliminò e che io personalmente ritengo tra i più belli da me trovati sino ad oggi. La vignetta era relativa al terremoto in Umbria che aveva distrutto parte del soffitto di una delle basiliche francescane. Ebbene, la genialità incommensurabile di Cesare fu capace, con un solo grafema,- una R posta sul soffitto -, di elaborare uno strepitoso DARE NORME D'ISTRUZIONE!!! Rimasi un'intera settimana a pensare all'originalità ed alla bravura di una simile elaborazione. e fui ovviamente contentissimo di essere eliminato da un avversario di così alto calibro. . . . Dirti che mi mancherai, caro Cesare, è troppo poco. Abbraccio con affetto la tua dolce Chiara, sempre così cara, cordiale e sensibile nei miei confronti anche in occasione delle mie visite in casa Vostra, ed i tuoi figli. Ed è quasi inutile dire che vivrai sempre dentro di me perché non potrai mai morire dentro il cuore e dentro l'animo di chi ti ha conosciuto ed apprezzato per quello che sei veramente stato. Con immenso affetto, Ermanno Romano (Amore Normanno - Cricchino)

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  4. Ringrazio di vero cuore Rosa per avermi dato la possibilità di portare l'ultimo saluto a Cesare, caro compagno di giochi.

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  5. Salve a tutti. Sono la nipote di Cesare e Chiara. Mi avvicino ora al vostro blog spinta da mia zia che mi ha invitato a leggere le belle parole che avete dedicato a suo.marito e sento il desiderio di esprimere anche io tutto il mio affetto per quell' uomo arguto,colto e intelligente che voi avete così sapientemente descritto. Posso solo aggiungere che mio zio era un uomo onesto,buono, affettuoso, una persona semplice e dedita agli affetti e ai valori veri della vita. Anche io piango e tanto petchè mi manca davvero e purtroppo l'unica cosa che riesco a dire ora, forse per il rimpianto di non averglielo mai detto, è GRAZIE. Graxie per quella volta che mi hai insegnato a nuotare, grazie peché sei stato esempio di sobrietâ e semplicità, grazie per tutto ciò che in questi anni hai saputo dare a tutta la nostra famiglia, grazie per aver amato tanto mia zia e averla resa felice.
    Sei sempre nei nostri cuori. Ti voglio bene.Sempre...
    Roberta

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    1. Grazie a te, Roberta, per averci reso partecipi dell'amore che Cesare ha ben seminato nei vostri cuori. Abbraccia forte forte Chiara da parte nostra... Spero di incontrarla, un giorno, per farlo davvero. Rosa...

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  6. Bellissime parole di rievocazione, di amicizia profonda e di amore che mi toccano nel mio cuore

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  7. Ciao caro amico, compagno e avversario di tanti problemi sui modulo! Agostino Acciai

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